Salute

Osteoartrite al ginocchio: nuove conferme circa l’efficacia e la sicurezza degli enzimi proteolitici

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Scritto da R C
L’osteoartrite (OA) al ginocchio è in tutto il mondo la causa più rilevante di dolore e disabilità a livello motorio, colpisce circa il 25% della popolazione occidentale, e la sua incidenza aumenta con l’avanzare dell’età, inibendo in modo significativo la capacità dei pazienti di svolgere anche le più comuni attività della routine quotidiana; l’11% di chi soffre di OA al ginocchio ha addirittura bisogno di un aiuto continuo per gestire la propria cura personale.

L’approccio farmacologico di base per il trattamento dell’OA al ginocchio prevede in linea di massima, l’utilizzo di condroprotettori, antidolorifici ed antinfiammatori per alleviare il dolore e migliorare la motilità e quindi la qualità di vita dei pazienti.

Gli antinfiammatori non-steroidei (FANS), la cui efficacia in caso di OA è scientificamente riconosciuta, sono tradizionalmente individuati come trattamento d’elezione. La scelta del farmaco deve tenere conto delle condizioni cliniche del paziente e l’eventuale terapia in atto, fattori che potrebbero creare problemi in termini di sicurezza e tollerabilità.

Benchè generalmente sicuri se utilizzati a basso dosaggio e per brevi periodi, i FANS sono frequentemente associati ad effetti secondari significativi e all’aumento di rischio per alcuni eventi avversi importanti, soprattutto a livello gastrointestinale, epatico, renale ed ematologico in particolare se utilizzati per lunghi periodi, ad alti dosaggi e in pazienti anziani e con patologie concomitanti, profilo che spesso corrisponde a chi soffre di OA.

Negli ultimi decenni la medicina complementare ha sperimentato l’efficacia di una combinazione di enzimi naturali, presenti in particolari integratori alimentari, che hanno evidenziato notevole efficacia anche se, negli studi pubblicati, i pazienti valutati non erano numerosi. La terapia enzimatica non è nuova; da decenni, infatti, viene utilizzata in America e in paesi del Nord Europa, in particolare in Germania.

Una meta-analisi, recentemente pubblicata sulla rivista scientifica “Journal of Pain Research”, realizzata per verificare l’efficacia della combinazione di enzimi proteolitici rispetto ai FANS, ha evidenziato una pari efficacia tra terapia enzimatica e terapia con FANS (Diclofenac) per quanto riguarda la riduzione del dolore alle ginocchia e il miglioramento della funzionalità motoria e quindi della capacità di far fronte alle attività quotidiane. La terapia enzimatica ha evidenziato in tutti gli studi una migliore tollerabilità e una minore incidenza di effetti secondari, quali ulcere ed emorragie post-operatorie. Infine, dalla meta-analisi si evince che i pazienti trattati con Diclofenac presentavano alterazioni dei valori ematici e della funzionalità renale, mentre i parametri dei pazienti trattati con enzimi proteolitici restavano inalterati.

Questa panoramica, in definitiva, classifica il trattamento con enzimi proteolitici non solo come valida alternativa all’utilizzo dei più comuni antinfiammatori (FANS) in pazienti con OA e alto profilo di rischio, ma anche come opzione sicura ed efficace per la gestione quotidiana del dolore collegato all’OA.

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