La cellulite è un problema che affligge oltre l’80% delle donne e che si ripresenta, in tutta la sua drammaticità, ad ogni “prova costume”. I fattori scatenanti l’antiestetica “buccia d’arancia” sono molteplici e coinvolgono a 360° l’alimentazione, le abitudini di vita e anche la predisposizione genetica. Sostanzialmente, però, è aggravata dalla tendenza alla ritenzione idrica, dal sovrappeso e da una circolazione non perfettamente funzionante.
In questo senso l’alimentazione può aiutare: una dieta iposodica e ricca di fibre – frutta e verdure fresche di stagione – oltre ad agire sul peso, diminuisce l’accumulo di liquidi a livello locale.
Anche camminare all’aria aperta, a passo svelto e con cadenza regolare, serve a riattivare l’ossigenazione dei tessuti e la circolazione sanguigna periferica, migliorando la stasi venosa.
Alcuni fitoestratti, poi, sono ben noti per le loro capacità anti-edemigene e vasoprotettrici: ippocastano, centella asiatica, amamelide, vitamina C e in generale i bioflavonoidi rinforzano le pareti venose e le rendono più elastiche. Asparagi, tarassaco e tiglio, invece, supportano il drenaggio linfatico e lo smaltimento delle scorie in eccesso. Edera e ananas agiscono sul tessuto connettivo riducendone l’infiammazione. Tutti fitoattivi utilissimi che dovrebbero rientrare in un’ideale dieta anti-cellulite, ma che è possibile ritrovare tutti insieme, e nei dosaggi più appropriati, in specifici integratori che agiscono sulla buccia d’arancia dall’interno, perché la cellulite non è soltanto un problema estetico ma anche, e soprattutto, una questione di salute dei tessuti, di corretta ossigenazione e microcircolazione, del buon funzionamento dei sistemi linfatici e di drenaggio dei liquidi e smaltimento delle tossine, e così via.
Cell Diet di NAMED, oltre a mixare fitoestratti selezionati ad hoc per combattere la cellulite, può vantare una componente aggiuntiva che fa la differenza: ACTIVE SEAWEED®, una fibra polisaccaridica scambiatrice ionica naturale, estratta da alghe brune, 20 volte più attiva di ogni altro prodotto similare. Questa fibra ha la caratteristica di agire come “accettatrice di sodio” solo ad un pH prossimo alla neutralità e di non attivarsi in ambiente acido. In questo modo la fibra riesce a passare inalterata la barriera gastrica e arrivare nell’intestino, dove, tentacolarmente distesa, può scambiare potassio per ricevere sodio trattenendo, di conseguenza, importanti volumi d’acqua. Si riduce così la necessità di ricorrere a diete poverissime di sodio, altrimenti imprescindibili in una convenzionale strategia contro la stasi linfatica e la ritenzione idrica.