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Anno nuovo…lavoro nuovo? Se sei in crisi, fatti accompagnare

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Scritto da R C
Se sei in crisi col tuo lavoro, se avverti l’esigenza di cambiare, ma non sai da dove iniziare, forse hai bisogno di un “professional coach” che ti porti a ragionare sui perché e ti aiuti a trovare le soluzioni che fanno per te…

La stasi professionale ci coinvolge a livello intimo e personale, perché il lavoro è una parte sostanziale della nostra quotidianità e non solo. Se non funziona, non funziona nemmeno il resto: i nostri rapporti sociali, la vita famigliare, il nostro benessere psicofisico sono compromessi. Ma la ricerca di un nuovo equilibrio è possibile. A patto di partire da un’analisi concreta e sincera di quelle che sono le nostre reali motivazioni, il “perché” vogliamo una cosa piuttosto che un’altra, il perché ci diamo tanto da fare. Quali sono le forze che ci spingono e cosa ci rende felici? Di cosa abbiamo veramente paura? Chi siamo in realtà?

Domande esistenziali che molti di noi evitano come la peste e che invece stanno alla base di qualunque progetto. Luca Maria Gallotti, coach di professione e direttore della Società Italiana Coaching, ci offre spunti e strategie per chiarire le nostre personali motivazioni e ripartire, con uno spirito del tutto nuovo, verso gli obiettivi che vogliamo raggiungere, nel suo “Fatti accompagnare, io le ho viste tutte!” edito recentemente da Mind Edizioni per la collana “Se vuoi puoi”.

Naturalmente parlare anche della propria esperienza nel riuscire a trasformare una sconfitta in un nuovo successo è già un buon biglietto da visita, un motivo per fidarci del nostro coach, ma la storia professionale di Gallotti è stata in realtà sempre costellata da traguardi raggiunti, prima delle difficoltà che lo hanno portato a cambiare la propria vita. E a cambiarla in meglio, trasformando una crisi in un’opportunità! Lui “le ha viste tutte”, come racconta nel suo libro. E, soprattutto, le ha vissute in prima persona. Il fallimento a livello imprenditoriale per via di scelte sbagliate – i soci sono fondamentali, ma il primo socio di noi stessi siamo…noi stessi! – la doppia vita per non far capire ad amici e familiari che l’attività imprenditoriale sta andando a rotoli e con essa tutte le nostre rassicuranti abitudini, la decisione finale di suicidarsi perchè non ci sono vie d’uscita… almeno in apparenza.

Luca ha però trovato il modo per superare la paura che lo bloccava, per ripartire e per raccontare la propria esperienza ad altri che, come lui o in un modo del tutto diverso, non sono soddisfatti del proprio lavoro, della propria vita o attraversano un periodo di crisi e temono di non avere sufficiente forza e risorse per ribaltare la situazione.

Il coaching, oggi tanto di moda, propone a volte formulette facili e standard per la ricerca della felicità, ma aldilà dei titoli e della serietà della formazione, che distinguono i professionisti dai dispensatori di ricette a buon mercato (Gallotti si è diplomato al MICAP – Master Internazionale in Coaching ad Alte Prestazioni), come sempre, è l’essere umano a fare la differenza: farsi guidare vuol dire farsi prendere per mano con determinazione e sensibilità in un percorso che è diverso per ciascuno di noi, perché diverse sono le difficoltà, i sogni, i caratteri, ma con un unico, grande obiettivo, che è quello di far coincidere la “persona” con il “professionista” o l’imprenditore o chi per esso. Della serie, esistono valori che non possono riguardare e influenzare una sfera della nostra vita e altre no: la coerenza aiuta a raggiungere il successo ma anche, e soprattutto, a migliorarsi continuamente, come esseri umani.

“Essere un imprenditore comporta solitudine e decisioni da prendere da solo e in piena responsabilità”, spiega Luca. A volte, però, ci sembra di non avere le risorse giuste per poterlo fare.

Ecco allora che un bravo coach può aiutarci a ritrovare la motivazione e quella spinta necessaria per “ripartire”, perché, come racconta Luca <<Presa coscienza della fatica che facevo per resistere al dolore e al disagio, paradossalmente proprio per mantenere immutabile la situazione di disagio, mi domandai se non avrei potuto sfruttare la stessa forza, lo stesso carburante, per cambiare piuttosto che per mantenere la mia situazione>>.

E per contrastare la naturale tendenza dell’essere umano a mantenersi in una cosiddetta “zona di comfort” (che non ci crede necessariamente felici) non sempre basta la buona volontà; a volte serve qualcuno che ci aiuti a chiarirci le idee e che ci incoraggi nel modo giusto a fare il salto…dall’altra parte! Il salto saremo comunque noi a doverlo compiere, ma se ci accompagna qualcuno che ci ispira fiducia, è tutto più semplice…

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