I consigli dell'esperto Salute

Le donne italiane ricorrono sempre meno all’aborto volontario

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Scritto da Fiammetta Trallo

Grazie anche alla pillola del giorno dopo.
Dai dati del Ministero della Salute, recentemente presentati in Parlamento, emerge che le donne italiane ricorrono sempre meno all’interruzione volontaria di gravidanza.

Nel 2016, il numero di aborti volontari è sceso sotto quota 85mila con una riduzione del 3,1% rispetto al 2015, inolte rispetto al 1982 il numero è più che dimezzato. Pur restando una popolazione a maggior rischio di abortire rispetto alle italiane, anche per le donne straniere nel 2016 c’è stata una diminuzione del ricorso all’aborto, che ha inciso per il 30% di tutte le IVG nel 2016, rispetto al 31.1% nel 2015. E questo vale anche per gli aborti clandestini, per i quali ovviamente non esistono dati ufficiali.

In Italia, quindi, gli aborti da alcuni anni sono in diminuzione su tutti i fronti grazie alle campagne di prevenzione e informazione istituite dalle Società Scientifiche e, dal 2016, anche grazie al ruolo della libera contraccezione d’emergenza.

Infatti, il merito sembra essere, in buona parte, dovuto alla decisione dell’AIFA del 21 aprile 2015 che ha cancellato l’obbligo di ricetta per la contraccezione ormonale d’emergenza per le donne maggiorenni, più conosciuta come “pillola del giorno dopo”. I dati AIFA parlano chiaro, riportano infatti un incremento significativo: le vendite di questo tipo di contraccettivi ormonali, dal 2014 al 2016, sono aumentate di oltre dieci volte.

Sulla pillola del giorno dopo c’è tuttavia ancora molta confusione. Molte donne pensano sia abortigena e che può portare a sterilità. A questa disinformazione contribuisce anche l’obiezione di coscienza di medici e farmacisti, nonostante quanto riportato sul bugiardino: contraccettivo di emergenza per prevenire la gravidanza dopo un rapporto sessuale non protetto o in seguito al fallimento o mancato funzionamento di un metodo anticoncezionale”.

La pillola del giorno dopo agisce bloccando o ritardando l’ovulazione ma non impedisce l’impianto in utero dell’ovulo fecondato, quindi, non danneggia una gravidanza già in atto. In Italia e in Europa esistono in commercio due preparati, venduti in farmacia senza ricetta a donne maggiorenni: Norlevo che va assunta entro 3 giorni dal rapporto a rischio e EllaOne, meglio nota come pillola dei 5 giorni, che agisce fino a 5 giorni dopo un rapporto a rischio.

Esultano le Società Scientifiche di fronte a questi dati, nonostante resti alta l’obiezione di coscienza tra ginecologi (70,9%) e anestesisti (50% circa): il numero attuale di non obiettori è al momento comunque sufficiente a garantire il servizio IVG alle donne che ne fanno richiesta, visto anche il trend in calo del ricorso all’aborto.

Per Emilio Arisi, presidente della Società Medica Italiana per la Contraccezione, questi dati rafforzano la proposta di rendere obbligatoria la pillola per la contraccezione di emergenza in tutte le farmacie italiane.

Vito Trojano, della Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia (SIGO), è invece più cauto sull’aumento del ricorso alla “pillola del giorno dopo” e sollecita una maggiore attenzione circa il suo uso: «È importante che le donne e specie le teenager – spiega – non ne facciano un utilizzo di routine; è una contraccezione di emergenza e fornisce in una sola volta una forte carica ormonale; dovrebbe essere assunta in maniera controllata o quantomeno dietro consiglio ricevuto in un consultorio o di un poliambulatorio, affinché sia considerata un fatto eccezionale e non diventi una metodica di contraccezione abituale». E aggiunge: «Qualunque sia il tipo di contraccezione scelto, il sesso protetto non deve mai essere dimenticato, perché fa anche da barriera a tutta una serie di malattie sessualmente trasmesse».

Contraccezione di emergenza sempre disponibile in tutte le farmacie. Lo chiedono i ginecologi italiani in una lettera inviata al Ministro della Salute e al Direttore Aifa.

«Si chiede che il Ministero della Salute, di concerto con l’Aifa, integri i farmaci per la contraccezione di emergenza nell’elenco dei farmaci indispensabili da tenere sempre disponibili in farmacia, soprattutto quello a base ulipristal acetato (ellaOne nome commerciale), perché la donna non sia costretta ad inutili giri perditempo alla ricerca del farmaco essendo dimostrato che l’efficacia è tanto più elevata quanto più viene assunto vicino al rapporto presunto a rischio». «La contraccezione di emergenza – scrivono i ginecologi – è un farmaco di pronto soccorso per evitare gravidanze non desiderate se il ricorso ad un metodo contraccettivo tradizionale fallisce o viene dimenticato o se la donna subisce un rapporto sessuale non voluto. L’efficacia è tanto più elevata quanto più l’assunzione avviene vicino al rapporto sessuale non protetto». I ginecologi firmatari chiedono, inoltre, che venga attivata la distribuzione gratuita nei consultori e nei poliambulatori pubblici e convenzionati.

Per l’uso della contraccezione di emergenza non ci sono limiti d’età  e soprattutto non sussistono controindicazioni mediche assolute. Tra le raccomandazioni dell’Oms sull’uso della contraccezione, quella d’emergenza fa parte dei diritti umani: ogni donna o ragazza a rischio di una gravidanza non desiderata può averne bisogno e pertanto ha il diritto di accedere a questa contraccezione.

Anche Onda, l’Osservatorio nazionale della salute femminile, è di recente scesa in campo per esplorare la conoscenza e la consapevolezza della popolazione femminile sul tema della contraccezione e della contraccezione d’emergenza. Onda invita tutte le donne tra i 13 e i 45 anni a rispondere a un breve questionario on line di 5 minuti circa, su  www.ondaosservatorio.it , con preghiera per ogni donna che parteciperà di aiutare a promuovere questa breve indagine presso altre donne. Perché se la consapevolezza è il primo passo per tutelare la propria salute sessuale e riproduttiva, un’informazione accurata aiuta a compiere scelte migliori per la prevenzione delle gravidanze indesiderate.

Dott.ssa Fiammetta Trallo, Medico Chirurgo
Specialista in Ginecologia e Giornalista Pubblicista

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