L’Italia, a livello mondiale, è il paese dei formaggi, sia per varietà sia per qualità. La produzione casearia, infatti, si conferma la categoria più importante per volumi d’affari tra le DOP ed IGP e l’export cresce di anno in anno.
I formaggi italiani dunque piacciono. Ma faranno anche bene alla salute? Il dottor Andrea Pezzana, direttore di dietetica e nutrizione clinica all’ospedale San Giovanni Bosco di Torino e responsabile Salute di Slow Food Italia conferma che <<I formaggi sono alimenti altamente proteici e a elevato contenuto di grassi, ma hanno anche una buona presenza di fosforo, calcio e vitamina D. È senza dubbio consigliabile alternare il loro consumo a proteine di origine animale e vegetale nel corso della settimana, inserendoli in una dieta ricca di frutta e verdura>>.
Il consiglio per tutti è quello di preferire la qualità alla quantità. Meglio un formaggio DOP, garantito dal Consorzio di Produttori, piuttosto che consumare un formaggio qualunque. Per scegliere bene è consigliabile leggere l’etichetta, sapendo che nel 99% dei formaggi in commercio troveremo sempre gli stessi “ingredienti”: latte, sale, caglio.
Eppure la provenienza e le modalità di produzione sono indicazioni importanti per non sbagliare acquisto e guadagnarci in salute, oltre che in bontà. Ecco perché ormai da qualche mese nei prodotti lattiero-caseari ci sono nuove etichette che indicano la provenienza del latte e il paese in cui avviene il condizionamento.
“Paese di mungitura: latte di Paesi non Ue”, piuttosto che “Paesi Ue” oppure “Italia” se tutto il latte proviene da allevamenti italiani. Ma queste poche indicazioni che pur ci aiutano possono non essere esaustive. L’ideale allora è sopperire con una buona cultura “enogastronomica”: se un formaggio ci piace, approfondiamone la conoscenza, per capire dove nasce e come viene lavorato, approfittando delle informazioni che i Consorzi di Tutela ci mettono a disposizione sui siti istituzionali.
Il sito www.formaggidivaltellina.it per esempio ci racconta due DOP made in Valtellina, area montuosa della Lombardia che abbraccia la provincia di Sondrio, che non possono mancare sul tagliere dei formaggi: il Bitto e il Valtellina Casera. Formaggi davvero diversi e quindi adatti a differenti occasioni di consumo. Molto più “ricco” e grasso il Bitto, perché prodotto solo durante i mesi estivi in alpeggi sopra i 1.500 metri, adatto ad un consumo saltuario, da riservare ad occasioni speciali soprattutto se d’annata, da abbinare ad un’altra eccellenza del territorio, lo Sforzato, vino rosso DOCG proveniente da nebbiolo lasciato appassire sui tralci dopo la vendemmia tardiva. Naturalmente “delattosato”, quindi decisamente più leggero e digeribile, perché prodotto con latte parzialmente scremato, il Valtellina Casera DOP si presta ad un uso molto più frequente. Versatile e saporito, adatto a mille ricette, il Valtellina Casera DOP non delude mai e non rende unici solo i pizzoccheri!