Per gli antichi greci l’ideale di bellezza era un mix tra perfezione estetica, che corrispondeva a precisi parametri di misurazione delle varie parti del corpo affinchè fossero in armonia tra di loro, e virtù interiore.
Nel tempo, e a seconda delle latitudini di riferimento, l’idea della bellezza femminile e maschile è cambiata più e più volte, e spesso le star del grande schermo sono prototipi difficili da imitare, tra overtraining in palestra e un ricorso, spesso eccessivo, alla chirurgia estetica.
Qualcosa però, a dispetto di pose “perfette” postate sui social e della “dipendenza da selfie”, sta forse cambiando.
Cosa, lo chiediamo al dr. Federico Villani, specialista in chirurgia estetica e ricostruttiva, che con la bellezza “costruita a tavolino” ha a che fare ogni giorno.
<<Gli interventi estetici più richiesti dalle donne sono ancora mastoplastica additiva, liposuzioni e lifting, mentre tra gli uomini vanno per la maggiore la rinoplastica e la blefaroplastica. Ma, aldilà di questi “evergreen”, la richiesta da parte di chi vi si sottopone è quella di interventi sempre meno drastici, di un modellamento del corpo che non cancelli del tutto le caratteristiche originarie ma le ripensi in modo da eliminare l’effetto “plastica” o spersonalizzante che spesso vediamo sulle star di Hollywood.
Ed è lo stesso chirurgo estetico che, oggi, tende a fornire al paziente soluzioni meno invasive evitando, quando possibile, di incidere, e preferendo trattamenti estetici “soft” ma altrettanto efficaci e molto più naturali. Meglio lasciare, con il consenso ragionato del paziente, una certa personalità a nasi importanti, invece di imitare standard “all’insù” o alla francese che mal si accorderebbero con la storia e la fisicità di chi ha richiesto l’intervento. Oggi poi la domanda di “liposuzioni” viene spesso deviata su alternative molto valide e che non richiedono tagli o inserimento di cannule per l’aspirazione del tessuto adiposo: la criolipolisi, per esempio, che sfrutta la capacità del freddo, oppure la cavitazione che, grazie ad una serie di ultrasuoni, va a creare delle micro-bolle che rompono le cellule adipose, che poi il paziente smaltisce da solo, attraverso i propri naturali sistemi di eliminazione di scorie inutili.
Anche il lifting, oggi, trova alternative nella tecnologia, grazie alla radiofrequenza e agli HI-FU, ultrasuoni focalizzati, molto efficaci per trattare le rughe del viso ma anche inestetismi del corpo quali, per esempio, le pieghe sull’addome o un interno cosce “molle”. Con 5 sedute, distribuite nell’arco di un anno, si rimodella e si ringiovanisce senza dolore e si va ad ottenere, oltre all’immediato effetto “tensore” caratteristico del lifting classico, anche una vera e propria stimolazione dei fibroblasti del collagene, che vengono aiutati a rigenerarsi con maggiore efficacia nel tempo>>.
La tecnologia in campo estetico arricchisce ogni giorno il ventaglio di possibilità che ci aiutano a raggiungere l’agognato ideale di bellezza, ma lo fa in modo sempre meno invasivo e meno “spersonalizzante”, soprattutto in Europa.
E ovunque, non solo nelle persone comuni, ma anche nei personaggi dello star system, si fa strada il bisogno di accettarsi anche con quei piccoli, grandi difetti che ci rendono unici. <<Voglio essere un modello di donna che invecchia>>, pare abbia dichiarato l’attrice Julia Roberts, la mai dimenticata “Pretty Woman” ormai alla soglia dei 50. In un mondo in cui lo stereotipo va per la maggiore e si va a caccia del selfie perfetto, la sua voce fuori dal coro apre spazio alla riflessione. Su cosa siamo, cosa saremo. E cosa vorremmo essere. O, meglio, apparire…