Salute

Tanti buoni motivi per vaccinarsi in gravidanza contro la pertosse

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Scritto da Fiammetta Trallo

Vaccinare per la pertosse tutte le donne in gravidanza azzera il rischio che questa infezione colpisca il bimbo entro il suo primo anno di vita sia perché impedisce malattie o ricadute per la madre, durante la gestazione, sia perché rende immune il feto grazie al passaggio attraverso la placenta di anticorpi specifici in grado di proteggerlo anche dopo la nascita.

La pertosse, detta anche “tosse canina”, sta diventando un’emergenza sanitaria anche tra le future mamme che per la maggior parte non sono protette dalla malattia. La pertosse è un’infezione molto contagiosa provocata dal batterio chiamato Bordetella pertussis. La malattia può manifestarsi in ogni età della vita ma è senz’altro più grave e più frequente nell’infanzia.

Oggi più che mai rappresenta una patologia in crescita sia in Europa che in tutto il mondo occidentale.

Le peggiori complicanze si manifestano se il contagio avviene durante la gravidanza situazione in cui se la futura mamma si ammala può trasmettere l’infezione al feto. Secondo le stime, il 60% circa dei ricoveri per pertosse, in Italia, si verifica proprio nei bambini sotto l’anno di vita, spesso con complicazioni molto severe quali la polmonite e l’encefalite, che, nel 2% dei casi, possono addirittura portare a morte.

Le complicanze sono spesso dovute alla diagnosi tardiva di pertosse, in quanto all’inizio l’infezione è quasi indistinguibile da altre infezioni, spesso banali, delle vie aeree. La terapia antibiotica, se precocisissima, è molto efficace nel controllo della malatia e per la prevenzione delle complicanze, tuttavia è chiaro che non si possono trattare con antibiotici tutti i neonati e lattanti ai primi colpi di tosse.

Il Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale raccomanda che la vaccinazione anti-pertosse, in forma di vaccinazione di richiamo per difterite-tetano-pertosse (dtp), sia offerta gratuitamente nel terzo trimestre di ogni gravidanza. Il periodo ottimale per eseguire la vaccinazione è durante la 28° settimana. Dopo alcune settimane si formano gli anticorpi anti-pertosse che vengono, tramite la placenta, trasferiti  al neonato per difenderlo dal contagio nei primi mesi di vita.

L’immunità conferita dalla vaccinazione materna ha una durata di circa sei mesi, quel che basta per proteggere il neonato nella fase in cui è più vulnerabile al rischio del contagio e in cui un’eventuale infezione sarebbe più pericolosa per lui. Il calendario vaccinale per l’età pediatrica prevede infatti che la prima dose di vaccino venga somministrata al bambino nel terzo mese di vita, cioè dopo il compimento dei due mesi. La seconda dose è prevista al compimento dei quattro mesi e la terza a un anno. Tuttavia, benché la prima vaccinazione venga eseguita già al terzo mese di vita i bambini possono non acquisire una regolare protezione fino a quando non venga somministrata la terza dose di richiamo all’11º mese di vita.

La vaccinazione materna, tuttavia, non sostituisce quella diretta del bambino, ma serve solo a proteggerlo in attesa che riceva le prime due dosi e sviluppi autonomamente una quantità di anticorpi adeguata per potersi difendere.

Recenti studi hanno indicato che vaccinare la madre subito dopo il parto non riduce i casi di pertosse nei neonati, e andrebbe fatto solo se la donna non è mai stata vaccinata prima.

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