I consigli dell'esperto

7 strategie per migliorare l’attenzione in classe. E a casa…

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Scritto da R C

Luciana Busnelli, Docente Referente BES, Istituto Comprensivo di Lesmo (MB).

I bambini con disturbi di attenzione sono in costante aumento. Si stima che nel mondo l’incidenza dell’ADHD sia pari al 5,3% della popolazione, mentre in Italia si parla di circa 270.000-360.000 bambini.

Tuttavia, l’ADHD non è un disturbo solamente pediatrico, poiché da esso non si guarisce totalmente. Il terreno preferito dai bambini per fare mostra di tutte le loro difficoltà è la scuola: instabilità nell’attenzione, fatica a seguire le istruzioni, irrequietezza, difficoltà ad aspettare il proprio turno, scarsa organizzazione delle proprie attività e difficoltà a portare a termine il proprio lavoro interferiscono intensamente con i risultati scolastici.

La scarsa perseveranza e la tendenza a distrarsi con facilità sono elementi che compromettono fortemente le possibilità di apprendere. DSA è un acronimo per indicare i disturbi che riguardano la capacità di leggere, scrivere e calcolare, in modo corretto e fluente, che si manifestano con l’inizio della scolarizzazione. Questi disturbi dipendono dalle diverse modalità di funzionamento delle reti neuronali coinvolte nei processi di lettura, scrittura e calcolo e non sono causati né da un deficit di intelligenza né da problemi ambientali o psicologici. In questa nuova fase i docenti hanno imparato a promuovere diversi stili di apprendimento. Anche la didattica ha subìto grandi trasformazioni avvalendosi sempre più di strategie che hanno come obiettivo quello di sviluppare competenze trasversali e utilizzare una valutazione dinamica dove viene valorizzato il percorso compiuto e individuato il reale potenziale di apprendimento.

Scuola e famiglia sono due sistemi complessi con finalità educative diverse, che si devono alleare, soprattutto quando affrontano delle fragilità. L’alleanza scuola-famiglia è dunque cruciale di fronte ad una diagnosi di DSA.

Ecco sette piccoli esercizi che docenti e genitori possono mettere in pratica per migliorare il livello di attenzione dei loro ragazzi:

  1. Creare reciprocità e intenzionalità attraverso un contatto oculare, modulando opportunamente il tono di voce, ponendosi nello spazio o posizione migliori.
  2. Organizzare la giornata con routine fisse, stabilendo in anticipo l’orario per i compiti, la TV, il gioco e le varie attività. Il bambino iperattivo ha bisogno di situazioni ben strutturate.
  3. Dare istruzioni semplici e brevi, limitando i rimproveri all’essenziale, evitando di dire al bambino che cosa non deve fare e aumentando gli incoraggiamenti per i comportamenti desiderabili (meglio dire cosa desiderate che faccia spiegandogli il perché). Il genitore che impiega elogi diretti e incoraggianti favorirà lo sviluppo di risposte sociali appropriate. Un elogio dà valore all’impegno del bambino prima che al risultato.
  4. Accertare il livello di attenzione con stimoli verbali di grande effetto che attirino l’attenzione.
  5. Valorizzare i microcambiamenti: grande valore ha il rinforzo dei comportamenti positivi, perché crea consapevolezza dei progressi compiuti.
  6. Concordare piccole pause prima di svolgere un compito che richieda particolare impegno.
  7. Utilizzare gesti dalle forti connotazioni emotive o affettive: concedere un sorriso, dare un abbraccio, fare ok con la mano, rimproverare prima con uno sguardo che con le parole.

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