Arte e musica possono aiutare i malati di Parkinson a mantenere il più a lungo possibile la propria autonomia motoria e migliorare la loro qualità di vita, purché i programmi di riabilitazione siano costruiti sulla base delle conoscenze scientifiche più accurate ed erogati da operatori opportunamente formati.
Se ne è parlato in un convegno organizzato dalla Fondazione Fresco, a novembre, al quale hanno partecipato il neurobiologo britannico Semir Zeki, autore di “Con gli occhi del cervello. Immagini, luci e colori”, che ha parlato delle basi neurobiologiche della percezione del bello e Gottfried Schlaug, direttore del laboratorio di neuroimaging della musica presso la Harvard Medical School, che ha spiegato in che modo la musica contribuisce alla plasticità cerebrale.