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Tempo di festa? Il brindisi perfetto ha i propri riti…

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Scritto da R C

Il brindisi, oggi sinonimo di festa e celebrazioni importanti, nasce in realtà per ben diversa esigenza: scambiarsi qualche goccia da una coppa all’altra, durante un banchetto, facendo incontrare i calici, era un modo per esser certi che nel proprio non ci fossero, insieme al vino, anche pozioni letali, in un’epoca in cui era piuttosto usuale cadere vittime di un avvelenamento, spesso ad opera dei parenti più prossimi.

Oggi, dell’usanza, resta l’aspetto conviviale e per brindare a Natale e a Capodanno si preferiscono le bollicine. Bollicine che possono essere ottenute da rifermentazione in bottiglia per periodi che vanno da 6 a 30 mesi (spumanti metodo Classico o Champenoise, di cui fanno parte ad esempio lo Champagne, il Valdobbiadene Prosecco Superiore, il Talento DOC e il Franciacorta) oppure in autoclave, con un passaggio più veloce (metodo Charmat o Martinotti, da cui nasce per esempio il Prosecco), che va da 1 a 6 mesi.

Dal perlage fine e persistente, lo Champagne, prodotto nell’omonima regione francese, va stappato senza far esplodere il tappo: per apprezzarne la raffinatezza, l’apertura della bottiglia va accompagnata non da uno scoppio, ma da un “sospiro”… Sempre che non si voglia ricorrere al “sabrage”, ovvero alla sciabolata, metodo senz’altro scenografico e suggestivo ma che è meglio lasciare a mani esperte…

Il calice poi, va tenuto in mano nel modo giusto: la flûte, stretta e lunga, dallo stelo; la coppa, invece, dai bordi, senza mai scaldare con le dita il corpo del bicchiere, perché le bollicine richiedono una temperatura di servizio di 8°C, mai di più!

Chi invece allo Champagne preferisce uno Spumante italiano, prodotto con metodo Charmat, dal gusto più dolce, giovane e meno impegnativo, oltre a poter scegliere tra diverse tipologie potrà creare un brindisi che porti fortuna e prosperità aggiungendo nei flûte dei chicchi di melagrana: un tocco di acidità e freschezza che “sgrassa” e ben si sposa quindi ai sapori ricchi dei menù delle Feste.

Tanti modi per brindare: oltre al classico “Auguri!”, il “Cin, cin!” usato per il brindisi, era in origine il saluto divertito e scherzoso che si scambiavano i marinai di Canton, in Cina, e deriva da “Ch’ing ch’ing” che significa “prego, prego”, c’è poi Prosit che deriva dal latino e significa “che ti sia di giovamento”… suoni e parole diversi per augurare salute e prosperità, ma sempre da celebrare guardandosi negli occhi.

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