La sensibilità al glutine identifica tutti quei casi in cui un paziente manifesta alcuni sintomi caratteristici della malattia celiaca, e trae beneficio da una dieta priva di glutine, nonostante gli accertamenti clinici escludano una celiachia conclamata e/o un’allergia al glutine.
Perciò, un soggetto sensibile al glutine presenta alcuni sintomi tipici della celiachia (gonfiore addominale, meteorismo, pesantezza di stomaco, disturbi addominali e alvo irregolare) pur non essendo affetto da celiachia, una malattia infiammatoria dell’intestino su base autoimmune che determina un danno progressivo dell’intestino tenue, con malassorbimento, anemia, carenza di ferro e di vitamine, problemi di accrescimento nei bambini e che viene diagnosticata tramite appositi esami ematici e/o mediante biopsia duodenale.
<<Per molti anni la sensibilità al glutine (NCGS) è stata relegata nell’ambito dei disturbi gastrointestinali “generici”, con sintomi digestivi di diversa natura, attribuiti ad un intestino irritabile e favoriti da disordini alimentari non meglio precisati, finché nel 2010 è comparsa la prima pubblicazione scientifica a conferma dell’esistenza della “gluten sensitivity” come quadro clinico riconosciuto, anche nei soggetti non celiaci>> spiega il dr. Herbert Rainer, gastroenterologo e docente SIMF (Società Italiana di Medicina Funzionale).
<<Si presume che, alla base della sensibilità, possa esserci un assorbimento anomalo di frammenti proteici degli alimenti non correttamente degradati, oppure può succedere che, se un alimento non viene correttamente digerito e frammentato nei sui componenti elementari, la parte di nutriente non assorbita diventi fonte di processi fermentativi ad opera della flora intestinale con eccessiva produzione di gas, di acidi grassi, di metaboliti acidi o di altro tipo con sintomi prevalentemente intestinali.
Il tutto viene indubbiamente favorito sia da un’alimentazione cronicamente sbilanciata sia da eccessi calorici rispetto al fabbisogno dell’organismo. In tal caso, la quota di nutrienti non assorbita o non correttamente degradata può aumentare in maniera considerevole, generando, oltre ai sintomi gastrointestinali, anche disturbi di malessere generale quali stanchezza, irritazione, ritenzione idrica, cefalea, infiammazione e dolori>>.
Molti soggetti, quindi, possono sviluppare una sensibilità al glutine semplicemente perché mangiano troppo o male, creando così un sovraccarico cronico ai sistemi enzimatici intestinali. È facile perciò immaginare quante persone finiscano per rientrare nella situazione clinica di sensibilità al glutine: si ritiene che le persone affette da sensibilità al glutine in Italia siano il 6% della popolazione, ovvero almeno 6 volte di più di quelle affette da celiachia, ma avere un dato preciso è al momento praticamente impossibile, visto che non esiste a tutt’oggi un metodo di diagnosi universalmente accettato, soprattutto perchè i disturbi a volte sono piuttosto generici.
<<Ad ogni modo, in caso di sensibilità al glutine, come anche in caso di celiachia, i sintomi vengono tenuti sotto controllo solo grazie ad una dieta “gluten-free”, ovvero eliminando tutti i cibi contenenti glutine; tuttavia, si può sempre temere la “cross-contamination”, cioè l’ingestione di piccole quantità di glutine contenute in altri alimenti, e questo può succedere se si mangia spesso fuori casa o se non si assumono esclusivamente alimenti garantiti “gluten-free”. Diversi studi, infatti, dimostrano che, anche seguendo una dieta priva di glutine, l’assunzione involontaria di glutine può variare da 200 mg a 3000 mg/giorno, a seconda di quanto sia rigorosa la gluten-free diet.
Da oggi, però, i soggetti con sensibilità al glutine, così come coloro ai quali è stata diagnosticata la celiachia ma temono una cross-contaminazione, possono finalmente contare su un aiuto in più – continua il gastroenterologo. – Grazie ad un enzima specifico, infatti, oggi è possibile contrastare i sintomi gastrointestinali in soggetti con sensibilità al glutine a dieta gluten-free e in chiunque voglia un aiuto per la “digestione” del glutine>>.
Il Tolerase® G è un enzima specifico in grado di degradare la Gliadina, proteina responsabile della sensibilità al glutine.
Clinicamente testato e resistente al pH acido dello stomaco, Tolerase® G riduce la concentrazione di Gliadina a livello gastrico e intestinale. Glutenam® di NAMED, mix innovativo a base di Tolerase® G ed estratto di Carvi, pianta nota fin dall’antichità per le sue proprietà antispastiche e digestive, migliora la funzionalità dell’apparato digerente, regola la motilità gastrointestinale e contrasta la produzione di gas.