I consigli dell'esperto

Eco-abitudini: come riutilizzare in modo corretto i contenitori per la conservazione dei cibi

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Scritto da R C

Dr. Emanuele Rondina, biologo nutrizionista, www.informamangiando.com

Quotidianamente, veniamo in contatto con una grande quantità di sacchetti o contenitori per alimenti che vengono utilizzati una sola volta per poi essere buttati. Fortunatamente, sempre più persone stanno sviluppando interesse verso temi come il riciclo e la sostenibilità, incrementando la volontà di non sprecare le risorse del pianeta e attuando abitudini corrette come riciclare le confezioni per la conservazione del cibo.

Nonostante la volontà delle persone di agire in modo ecologico e utile alla società e all’ambiente, però, non è sempre chiaro come riconoscere i contenitori riutilizzabili, come igienizzarli e come riusarli in modo corretto. Infatti, solo un corretto riutilizzo permette di mantenere intatta la loro funzione di conservazione degli alimenti senza correre il rischio di contaminare con pericolosi batteri i cibi che vogliamo conservare e consumare.

Ecco allora come riconoscere i sacchetti o le confezioni riciclabili e come pulirli in modo corretto per poterli riutilizzare ove possibile anche più volte, ce lo spiega il Dr. Emanuele Rondina, biologo nutrizionista (www.informamangiando.com). Anche le nostre piccole azioni quotidiane sono importanti per rendere meno pesante “l’impronta ecologica” con cui l’uomo influisce sul pianeta.

QUALI CONFEZIONI POSSONO ESSERE RICICLATE?

<<Innanzitutto è importante capire che non tutti i materiali sono riciclabili>>, spiega il Dr. Rondina. <<La carta per alimenti tendenzialmente non è riciclabile, a meno di considerarne i componenti in modo separato. Per esempio, se la carta è oleata o presenta residui di cibo, non può essere riciclata. Tuttavia, la carta riciclabile include i sacchetti in carta per frutta e verdura, quelli per il pane, i sacchetti della spesa, ma anche le confezioni tetra pack, come quelle di succhi di frutta e latte.

Le confezioni in plastica non sono tutte uguali nonostante l’apparenza simile: per capire se il contenitore è idoneo ad essere riciclato, accanto al simbolo forchetta e bicchiere, notiamo tre freccette che ruotano su di loro, formando un triangolo; all’interno possiamo trovare un codice numerico (che per la plastica va da 01 a 07, più alto indica altri materiali) e sotto una sigla composta da alcune lettere.

I codici da preferire per avere un contenitore che può essere riciclato sono “2” HDPE o PE e “5” PP che indicano delle plastiche sicure adatte per la conservazione di cibi anche caldi o adatte anche all’utilizzo per utensili da cucina (es. mestoli).

In generale, queste plastiche (polipropilene) sono sicure tra i -30° e i 120°, per cui sono idonee per contenere i cibi caldi ma non, ad esempio, per essere messe in forno dove le temperature raggiunte potrebbero essere più alte.

Se troviamo il codice “4” LDPE significa che i contenitori fatti in questo materiale sono sicuri per contenere prodotti freddi o a temperatura ambiente, mentre il contenitore non va assolutamente usato per i cibi caldi e dopo un primo utilizzo, è importante non utilizzarlo più di una volta. Se, invece, il simbolo del riciclaggio non compare, non è possibile sapere quale sia il materiale contenuto nella plastica, e bisogna fare riferimento alle indicazioni contenute nell’etichetta. Infine, se pur comparendo il simbolo del riciclaggio appaiono i codici “1” PET “,”3” V o PVC, “6” PS e “7” O, allora questi indicano dei contenitori di plastica adatti alla conservazione degli alimenti ma è sconsigliato il riutilizzo.

In linea generale, in ambito di conservazione domestica, è importante sapere se un determinato materiale è idoneo o meno al tipo di utilizzo che ne vogliamo fare, ed è quindi molto importante leggere le istruzioni stampate sul contenitore, dove viene indicato se il prodotto è idoneo al lavaggio in lavastoviglie, al contatto con la fiamma e con le alte temperature, all’inserimento nel microonde o alla conservazione degli alimenti.

L’alluminio è tra i materiali per alimenti che reagisce maggiormente a contatto con cibi che hanno una componente acida, rilasciando minuscole particelle che vanno a contaminare i cibi stessi. Specialmente il pomodoro, ma anche molti frutti e lo stesso vale per i cibi salati. Questi contenitori possono essere utilizzati solo per caffè, zucchero, cereali e legumi.

Grazie al riutilizzo di contenitori in vetro, possiamo evitare anzitutto l’ossidazione e prolungare la durata del prodotto (la cosiddetta “shelf life”), evitando il più possibile lo spreco alimentare: questo vale per vino e olio ma anche per molti altri cibi e bevande, che conservati in vetro si conservano per più tempo mantenendo inalterate le proprietà nutritive. La confezione in vetro non reagisce con gli alimenti e non libera sostante nocive e rappresenta un “perfetto esempio di economia circolare” in quanto questo materiale è riciclabile sempre al 100%.>>

COME LAVARE I CONTENITORI RIUTILIZZABILI?

<<I contenitori non monouso destinati alla conservazione degli alimenti possono essere riutilizzati dopo un’accurata detersione. Per lavarli, l’ideale è utilizzare la lavastoviglie, ma solo se riportano l’apposita indicazione, altrimenti è buona cosa metterli a bagno qualche minuto in acqua calda e detersivo per piatti e poi ripassarli con il detergente e risciacquarli accuratamente. Non devono essere usate pagliette e spugnette abrasive su teflon e allumino (ammesse solo spugne morbide e detergenti per piatti non troppo aggressivi); questi consigli valgono ovviamente anche per le bottiglie di acciaio.>>, conclude il Dr. Rondina.

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