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Pandemia Covid-19: tutto quello che è bene sapere in gravidanza e allattamento

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Scritto da Fiammetta Trallo

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L’Istituto Superiore di Sanità (ISS) ha pubblicato sul proprio sito una serie di consigli rivolti alle donne in gravidanza e in allattamento relativamente all’emergenza coronavirus.

Come tutti sappiamo, il Covid-19 è un virus nuovo che la scienza sta studiando per capire quali sono i comportamenti da adottare per prevenire e per curare questa temibile infezione. Una delle prime domande a cui gli scienziati hanno cercato di rispondere riguarda il periodo di incubazione. Allo stato attuale, si stima che sia tra 2 e 14 giorni, ma incubazioni più lunghe sono state riportate, fino a 27 giorni, in alcuni studi preliminari che però devono avere ancora conferme definitive.

Cosa sappiamo sulla gravidanza
Non ci sono informazioni certe circa la suscettibilità delle gravide alla patologia da Covid-19. Questo vuol dire che non sappiamo se il sistema immunitario della donna incinta, che in gravidanza tende a variare e in alcuni casi ad indebolirsi, sappia difendersi dal virus meglio o peggio.

Non sappiamo nemmeno se può verificarsi la trasmissione verticale del Covid 19, cioè il passaggio dalla madre al feto tramite la placenta. E’ comunque confortante sapere che, dai primi casi descritti, il virus non è stato rilevato nel liquido amniotico o nel sangue neonatale prelevato da cordone ombelicale e nessun neonato nato da madre affetta da Sars-CoV-2 è risultato positivo al virus.

Di certo sappiamo che non c’è indicazione elettiva al taglio cesareo. Il parto naturale  non è fonte di contagio per il neonato, ovvero il Covid -19 sembra non sia trasmissibile dalle madri ai neonati al momento della nascita. Ad affermarlo è uno studio pubblicato su Frontiers in Pediatrics, condotto da Yalan Liu, della Huazhong University of Science and Technology, che ha guidato il gruppo di lavoro.

I bambini di quattro madri che hanno partorito presso la Wuhan’s Union Hospital mentre erano infette non hanno mostrato sintomi gravi associati a Covid-19, come febbre o tosse, anche se inizialmente sono stati tutti isolati in unità di terapia intensiva neonatale e nutriti con latte artificiale.

Su tre bambini è stato eseguito il tampone e tutti sono risultati negativi al virus. La madre del quarto figlio non ha concesso l’autorizzazione al test. Un neonato ha avuto un lieve problema respiratorio per tre giorni, che è stato trattato, con ventilazione meccanica non invasiva. Due bambini, tra cui quello con un problema respiratorio, hanno mostrato eruzioni cutanee che sono scomparse da sole. Tutti e quattro i bambini sono ancora sani e le madri sono completamente guarite dall’infezione. Anche in un precedente studio retrospettivo, su nove madri in gravidanza infette da Covid-19, i ricercatori non hanno trovato prove che l’infezione virale possa passare al bambino. Le nove nascite dello studio precedente erano state gestite con taglio cesareo, come anche tre delle quattro gravidanze nello studio attuale. «Per evitare infezioni causate dalla trasmissione perinatale e postnatale, pensiamo che il taglio cesareo possa essere più sicuro. Solo una madre ha avuto un parto vaginale perché il travaglio era già in atto, e il bambino è nato senza problemi. Forse il parto vaginale può essere portato avanti senza problemi, ma ci servono ulteriori studi» afferma Liu.

Gli autori sottolineano che saranno necessarie ulteriori indagini, anche su altri aspetti, della potenziale infezione da Covid-19 in neonati e bambini, soprattutto mirati a valutare l’affidabilità del test diagnostico per rilevare il virus in tale popolazione.

Front Pediatrics 2020. Doi: 10.3389/fped.2020.00104
https://doi.org/10.3389/fped.2020.00104

Per quanto riguarda la gestione ospedaliera dei casi sospetti o certi valgono le stesse regole e protocolli approntati per la gestione delle condizioni infettive incluso, se proprio necessario, l’isolamento di madre e/o neonato. Quest’ultima scelta, deve essere comunque attentamente opzionata dallo staff medico insieme alla madre, valutando caso per caso i relativi rischi e benefici.

Ovvio che a tutte le donne in gravidanza si raccomandano le comuni azioni di prevenzione primaria che prevedono l’igiene frequente e accurata delle mani, l’attenzione a evitare contatti con soggetti malati o sospetti e comunque a mantenere il “distanziamento sociale” secondo quelle che sono le raccomandazioni del Ministero della Salute e del’OMS.

Cosa possiamo dire alle donne che allattano

Al momento, in mamme positive al Covid-19, il virus non è stato rilevato nel colostro che è il latte materno raccolto dopo la prima poppata. Date le informazioni scientifiche attualmente disponibili e il potenziale protettivo del latte materno, si ritiene che, nel caso in cui la madre stia eseguendo accertamenti diagnostici o sia affetta da Covid-19, se le sue condizioni cliniche lo consentono e lei lo desideri, l’allattamento al seno non è sconsigliato, sia direttamente dal capezzolo sia con latte materno spremuto con il tiralatte. Per ridurre il rischio di trasmissione ai neonati, è bene adottare sempre le procedure preventive raccomandate del Ministero della Salute come l’igiene delle mani prima della poppata e l’uso dei guanti e della mascherina durante l’allattamento.

Nel caso in cui madre e neonato/a debbano essere temporaneamente separati, si raccomanda di aiutare la madre a mantenere la produzione di latte attraverso la spremitura manuale o meccanica che dovrà essere effettuata seguendo le stesse indicazioni igieniche.

Dr.ssa Fiammetta Trallo
Medico Chirurgo specialista in Ginecologia – Giornalista Pubblicista

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