Il Covid-19 è un virus che si trasmette per via aerea tramite le goccioline di saliva o droplet (in inglese).
Droplet significa “saliva nebulizzata” che con un colpo di tosse o uno starnuto può raggiungere un’altra persona che si trova a meno di 1 metro di distanza. Pertanto, se chi emette il droplet è infetto (ad es. di influenza, di Covid-19 o di altre infezioni che si trasmettono per via aerea) può contagiare tutte le persone che si trovano entro il raggio di 1 metro dalla sua posizione.
Alcuni studi, tuttavia, avrebbero dimostrato che il contagio può avvenire anche a distanze maggiori di 1 metro. Questo dipende da vari fattori: la densità del droplet emesso, la velocità di espulsione delle goccioline, in caso di un poderoso starnuto, e la percentuale di umidità degli ambienti motivo per cui al chiuso si trasmette maggiormente che all’aperto.
Se nel momento in cui si emette il droplet le mani vengono istintivamente portate alla bocca o al naso, i virus in esso contenuti possono trasmettersi, fino a qualche ora, ad altre persone, con una stretta di mano, o contaminare oggetti che diventano veicolo di contagio se, sempre entro qualche ora, vengono toccati da altre persone.
Questo è il motivo per cui dobbiamo mantenere il distanziamento sociale di almeno un metro, non creare assembramenti e non entrare in contatto fisico con altre persone.
L’ulteriore misura di protezione è rappresentata dalle mascherine che per fortuna sono sempre più disponibili e che, fintanto che il livello di guardia non si sarà completamente azzerato, sarà bene continuare ad indossare.
Facciamo un po’ di chiarezza sull’uso dei diversi tipi di mascherine disponibili.
In questo periodo di confusione generale non c’è unanimità neanche sulle mascherine. Quali funzionano? Quali difendono gli altri e quali noi stessi? Ecco uno schema che riassume caratteristiche ed efficacia dei DPI, dispositivi di protezione individuale, per bocca e naso.
La classica mascherina chirurgica protegge in uscita ma non in entrata. Significa che un soggetto infetto che la indossa non sparge droplet in uscita nell’ambiente e quindi non è infettivo per gli altri, ma in entrata può essere potenzialmente raggiunto dall’80% delle particelle pericolose emesse da altre persone.
Certo è che se il 100% delle persone, che si trovano in un determinato ambiente, avesse una semplice mascherina chirurgica il contagio sarebbe prossimo allo zero.
Le mascherine di categoria FFP sono, invece, in grado di fermare il droplet infetto anche se non tutte sono uguali. Anzi, le differenze sul grado di protezione per noi dipendono dal tipo P2 o P3 e dall’avere o meno il filtro o valvola.
- FFP2 con filtro – chi la indossa ha il 18% di possibilità di contagiarsi ma l’80% di infettare gli altri, se positivo al virus, a causa del filtro;
- FFP3 con filtro – chi la indossa ha il 5% di possibilità di contagiarsi ma l’80% di infettare gli altri, se positivo al virus, a causa del filtro;
- FFP2 senza filtro – chi la indossa ha il 18% di possibilità di contagiarsi ma lo 0% di infettare gli altri, se positivo al virus;
- FFP3 senza filtro – chi la indossa ha il 5% di possibilità di contagiarsi ma lo 0% di infettare gli altri, se positivo al virus.
Le protezioni più efficaci sono, quindi, le mascherine FFP2 e FFP3 senza filtro o valvola, in cui le percentuali di contagiarsi sono molto ridotte e le percentuali di contagiare gli altri si azzerano. Sono anche quelle meno facili da reperire ma anche da indossare, dato che, se correttamente indossate, rendono difficile la respirazione.
Tutte le mascherine se NON correttamente usate e se NON accompagnate da altre misure di contenimento possono dare un falso senso di sicurezza, determinando un pericoloso abbassamento del livello di guardia nei confronti di un virus tanto contagioso quanto infimo come il Covid-19.
Dott.ssa Fiammetta Trallo – Medico Chirurgo, Specialista in Ginecologia e Ostetricia – Giornalista