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La Lattoferrina

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Scritto da R C

Durante gli ultimi mesi si sono moltiplicati, da parte della comunità scientifica, gli sforzi per trovare nuovi e più efficaci approcci di cura e prevenzione nei confronti del Covid-19, visto che un eventuale vaccino richiede, come è giusto che sia, una serie di step necessari per valutarne efficacia e sicurezza, prima di poter essere utilizzato sulla popolazione.

Tra gli ultimi “osservati speciali” troviamo anche la Lattoferrina, una proteina naturalmente presente nelle mucose e nei neutrofili di quasi tutti gli organismi viventi, esseri umani inclusi. Le caratteristiche di questo peptide sono da tempo oggetto di studio, perché, soprattutto in epoche recenti, sembrano rappresentare una risposta futuribile rispetto ai classici antibiotici, verso i quali si sviluppano sempre più diffusamente e frequentemente forme di antibiotico-resistenza che ne inibiscono l’efficacia.

Come gli altri peptidi antimicrobici, la Lattoferrina ha dimostrato un’azione antimicrobica potente e specifica contro diversi agenti patogeni sia direttamente che indirettamente (immunomodulazione), quindi potrebbe essere gestita in modo conveniente al fine di dirigere e/o migliorare la risposta immunitaria anche in associazione ad antibiotici classici.

La Lattoferrina, presente in secrezioni quali lacrime, sudore e latte materno, agisce catturando il ferro in ambiente alcalino/basico; il ferro costituisce nutrimento per i batteri, i quali, invece, se opportunamente nutriti, si addensano in biofilm particolarmente resistenti ai farmaci. Per questo motivo, i peptidi antimicrobici (AMP) presenti nel tratto respiratorio (Lattoferrina, Lisozima, Defensine, etc.) potrebbero essere un complemento adatto per le terapie anti-infettive; esistono, infatti, molte prove che questi peptidi non solo proteggono come antibiotici endogeni, ma presentano anche una gamma di funzioni supplementari non meno importanti, tra cui immunomodulazione, gestione dell’infiammazione e riparazione delle ferite. Dal punto di vista della loro applicazione, gli AMP presentano numerosi vantaggi, poiché eliminano rapidamente i microrganismi patogeni e mostrano sinergia con antibiotici convenzionali, lisozima e molte altre molecole.

Recentemente, l’attenzione sulla Lattoferrina si è riaccesa grazie ad uno studio effettuato dal Policlinico di Tor Vergata che si è basato sul dato osservazionale secondo cui durante la fase cruciale della pandemia i bambini, pur essendo contagiati dal virus, hanno avuto sintomi decisamente più lievi degli adulti, e solo in rarissimi casi l’infezione si è aggravata.

C’è ancora molto da capire, ma tra le ipotesi vi è quella che l’immunità innata ed umorale dei più piccoli sia alla base di una migliore risposta immunitaria nei confronti del Covid-19.

Infatti, il sistema di difesa dei bambini risponde rapidamente alle infezioni con l’immunità naturale aspecifica e con la produzione di anticorpi. E proprio questa proteina dell’immunità naturale, la Lattoferrina, presente già nel latte materno, proteggerebbe i bambini dalle infezioni come una rete a maglie strette, impedendo ai patogeni (virus, batteri, funghi) di aggredire le cellule della mucosa respiratoria e intestinale.

Il trial clinico, effettuato su questi presupposti, a partire da aprile, da un team di specialisti di Tor Vergata, è stato il primo approvato sull’utilizzo della Lattoferrina in pazienti Covid positivi a livello nazionale ed internazionale. I risultati ottenuti su pazienti paucisintomatici e asintomatici hanno dimostrato, per la prima volta, l’efficacia della Lattoferrina nel favorire, senza effetti avversi, la remissione dei sintomi clinici in pazienti Covid-19 positivi sintomatici e la negativizzazione del tampone già dopo 12 giorni dal trattamento. Parallelamente, prove in vitro sull’azione antivirale della Lattoferrina, effettuate da un team coordinato dalla Prof.ssa Piera Valenti, Ordinario di Microbiologia dell’Università La Sapienza di Roma e Membro del Comitato Internazionale sulla Lattoferrina, hanno dimostrato come questa proteina inibisca l’infezione da SARS-CoV-2, bloccando le fasi precoci dell’interazione virus-cellula. Risultati, quindi, incoraggianti, poiché lo studio  pubblicato a luglio, dal team dei clinici di Tor Vergata, insieme ai Colleghi della Sapienza sulla rivista Journal of Molecular Sciences, ha approfondito i meccanismi d’azione della Lattoferrina, suggerendo l’utilizzo di quest’ultima nel trattamento dei pazienti Covid positivi paucisintomatici ed asintomatici. L’effetto della Lattoferrina contro il Covid può essere considerato anche un’arma efficace nel controllo e nella prevenzione del contagio.

La Lattoferrina inibisce, quindi, sia direttamente sia indirettamente, diversi tipi di virus: inibisce direttamente l’infezione virale legandosi ai siti dei recettori virali e/o agli eparansolfati delle cellule dell’ospite impedendo in tal modo che il virus infetti le cellule e, contemporaneamente, aumenta la risposta immunitaria sistemica all’invasione virale.

La Lattoferrina è presente in alcuni integratori alimentari, tra cui Ld2 ed Ld1 Junior di NAMED®, a base di Fermenti Lisati, Lattoferrina e Cranberry, utili supporti per l’eubiosi della flora batterica intestinale. Nel tratto gastrointestinale sono presenti almeno 400 specie batteriche utili per proteggere la mucosa digestiva e intestinale, facilitare i processi digestivi e di assimilazione dei nutrienti, produrre le sostanze necessarie per una maggiore protezione nei confronti dei patogeni. Il giusto equilibrio tra i vari microrganismi (eubiosi) è dunque indispensabile per la salute, ma quando questo equilibrio si altera si creano le condizioni per l’insediamento e la moltiplicazione di batteri patogeni (disbiosi).

In questi casi, le difese immunitarie dell’organismo si abbassano e ci espongono maggiormente al rischio di aggressioni batteriche e virali; proprio per questo motivo è importante regolare la flora batterica intestinale.

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