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Adolescenti in periodo di Covid: è allarme salute psichica

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Scritto da R C

Gli adolescenti convivono ormai con la pandemia da un anno intero. Scuole chiuse, ore e ore collegati in DAD per seguire le lezioni, contatti con amici e coetanei limitati e spesso quasi esclusivamente “virtuali”, attività fisica sospesa, emotività trattenuta tra le mura della propria casa se non addirittura di una camera.

Dopo 12 mesi in cui, di fatto, la socializzazione tra adolescenti è diventata un tabù, emergono dati preoccupanti sulla salute emotiva dei ragazzi: aumentano gli episodi di autolesionismo o in alcuni casi di tentativi di suicidio tra bimbi ed adolescenti.

A livello globale, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, i suicidi si collocano al secondo posto tra le cause di morte nella fascia d’età 15-29 anni. Seconda causa di morte anche per i giovani italiani dai 15 ai 24 anni. Sui 4.000 suicidi l’anno, registrati nel nostro paese, riferisce ISTAT, oltre il 5% è compiuto da ragazzi sotto i 24 anni. Un fenomeno osservato, in Italia, con l’aumento dei ricoveri nel reparto di Neuropsichiatria dell’ospedale Bambino Gesù di Roma.

A lanciare l’allarme, tramite La Repubblica, è il Dr. Stefano Vicari, primario dell’unità operativa complessa di Neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza.

Per lui «è anche a causa del Covid-19 e di questo periodo (con o senza lockdown) se sono aumentati atti autolesionistici e suicidari che hanno segnato una crescita di disturbi mentali sia nei ragazzi sia nei bambini: irritabilità, ansia, sonno disturbato». «Da ottobre ad oggi, quindi dopo la prima ondata Covid, abbiamo registrato un aumento dei ricoveri del 30% circa. Fino ad ottobre avevamo il 70% dei posti letto occupati (8 in tutto), oggi il 100%. Nel 2011 abbiamo avuto 12 ricoveri per attività autolesionistica, a scopo suicidario e non, mentre nel 2020 oltre 300, quindi quasi uno al giorno. Tutto questo è assolutamente associato al periodo di chiusura, gli adolescenti vivono con grande preoccupazione questo periodo e quindi c’è una ripercussione sui loro vissuti particolarmente importante. Mi comincio a chiedere, quando tutta questa emergenza sarà finita, quello che dovremo gestire. Sarà un’onda lunga».

Ma l‘ansia, la paura del presente, l’incapacità di vedere un futuro, iniziano a far nascere anche tra gli adolescenti italiani un fenomeno nato in Giappone, l’hikikomori, una forma di auto-esclusione volontaria dalla socialità: si tratta di adolescenti che vivono rinchiusi nella propria casa o nella propria camera evitando qualunque contatto col mondo esterno, dedicandosi ad attività solitarie quali il disegno, i videogames e internet. Di solito, questa sindrome colpisce adolescenti che si sentono pressati dalle richieste di una società altamente competitiva e decidono di “farsi da parte”. Durante la pandemia si sta verificando, tra i giovani, un fenomeno analogo, anche se dovuto a situazioni del tutto differenti: «C’è un’altra fetta di giovani che si chiudono sempre di più dentro casa, dentro la stanza, che trascorrono ore ai videogiochi senza nessun interesse sociale. Che vivono l’inutilità della relazione e confinano sempre più questo mondo ai tablet o agli strumenti tecnologici – chiarisce infatti Vicari. Finita l’emergenza sarà molto difficile farli uscire di casa. È lì che trovano rassicurazione. È lì che gli si rinforza il sintomo di una fobia sociale che spesso si accompagna a forme più o meno acute di depressione».

Alla fine, Vicari, dà un consiglio ai genitori, quelli che ormai, anche a causa del protrarsi della scuola “a distanza”, sono sempre più l’unico riferimento adulto vicino e presente, almeno a livello fisico, nella giornata dai ragazzi: «State con gli occhi aperti, condividete tempo e spazi con i figli».

E, qualora si constatassero comportamenti insoliti o problematici, non riconducibili ad una modalità transitoria o risolvibile, il suggerimento ai genitori è quello di rivolgersi al supporto di uno psicologo o psicoterapeuta per farsi aiutare ad adottare comportamenti corretti verso gli adolescenti in difficoltà. Nell’attesa che questa “bolla” artificiale, in cui le misure anti-covid li hanno richiusi, si apra per lasciarli nuovamente liberi di sperimentare una socialità a 360°, unica forma reale di crescita possibile…

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