La conoscenza della Matrice Extracellulare è fra i concetti più importanti ed interessanti che stanno alla base della Medicina Funzionale, la quale valuta la funzionalità di organi ed apparati del corpo del paziente come insieme interrelato e non si limita alla semplice gestione della sintomatologia.
Paradossalmente, è anche uno dei concetti che la medicina tradizionale tende a trascurare quando ricerca le cause dei sintomi delle varie patologie.
La Matrice Extracellulare è costituita da un tessuto acquoso, dalla forma di una rete di polimeri di collagene (zuccheri e proteine), che è intimamente connesso alle cellule e varia di composizione e aspetto a seconda delle funzioni che gli sono proprie e della fase metabolica in atto. Nella Matrice Extracellulare avvengono tutti i processi chiave che coinvolgono il ciclo vitale della cellula.
Per rendere in modo più semplice un concetto complesso, possiamo immaginare la Matrice Extracellulare come un mare dentro il quale navigano le cellule che compongono i tessuti dei singoli organi, che le circonda e le mette in comunicazione fra loro, contribuendo così ad attivarne le diverse funzioni.
Sappiamo, infatti, che le cellule sono in relazione reciproca con il loro ambiente, un ambiente simile all’acqua marina, che permette la vita e che costituisce il sistema di regolazione principale per ogni singola cellula. Questa struttura di base è proprio la Matrice Interstiziale, o Extracellulare.
La Matrice raggiunge ciascuna cellula, garantendo il mantenimento dell’equilibrio di base del nostro organismo; la perdita di questo equilibrio e la tossicosi dei tessuti provocano l’alterazione della regolazione di tutto il metabolismo tissutale. La Matrice Extracellulare è collegata al sistema ghiandolare endocrino, tramite i capillari, ed al sistema nervoso centrale, tramite le terminazioni periferiche nervose vegetative, ed entrambi sono collegati l’uno all’altro nel midollo spinale, ed è quindi evidente che i centri superiori di regolazione vengono influenzati dalla Matrice stessa. Per esempio, i nervi ed i vasi non entrano in diretto contatto con le cellule, in nessuna parte del corpo, ma sempre attraverso la mediazione del tessuto connettivo interstiziale. Possiamo in effetti definire il corpo umano come un grande e complesso sistema di relazioni e interconnessioni, composto da diversi tipi di cellule che, insieme, formano i tessuti. Questi tessuti, a loro volta, sono organizzati in sistemi di organi o apparati.
A svolgere la funzione di supporto, unione e protezione tra i diversi tessuti sono quelli connettivi, al cui interno è presente, in abbondanza, proprio la Matrice Extracellulare (MEC). Inizialmente, nel 1700, si credeva che il tessuto connettivo avesse solo una funzione di sostegno e di riempimento e che fosse al servizio di altre funzioni specifiche vascolari e nervose, si pensava cioè che le fibre di collagene e di elastina servissero solo come impalcatura per i tessuti.
Oggi sappiamo che il tessuto connettivo è un tessuto vitale ed estremamente importante, a tal punto che alcune delle sue cellule più importanti, i fibroblasti, si comportano come un grosso ragno che sa tessere una delicatissima rete di sostegno e che, al bisogno, riesce a trasformarsi in sostanza proteica o in tessuto grasso.
Il tessuto connettivo è dunque oggi considerato come un vero organo operativo che cerca, sintetizza e distribuisce diverse sostanze e nutrienti agli organi e alle strutture ad esso collegate, inoltre partecipa al drenaggio di liquidi e delle sostanze prodotte dall’attività tessutale ed è il principale elemento della Matrice Extracellulare. Questa risulta composta a sua volta dalla “sostanza fondamentale”, una struttura colloidale simile a un gel compatto, costituito perlopiù da collagene ed acqua, all’interno della quale sono immersi diversi tipi di cellule e tessuti ed in particolar modo i vasi linfatici ed i vasi arteriosi che confluiscono in vasi venosi, ed una rete neurale connessa al sistema nervoso centrale. Questi tessuti comunicano fra di loro, attivando scambi biochimici controllati dal sistema nervoso centrale, proprio attraverso e grazie alla Matrice Extracellulare, che garantisce la sopravvivenza delle cellule in una situazione di equilibrio “omeostatico”, tra ambiente esterno ed interno, delle stesse cellule e ne supporta l’articolata capacità di comunicazione a distanza, grazie anche alla sua caratteristica fluidità.
Nella Matrice Extracellulare esiste un vero e proprio sistema di regolazione basale che si occupa del nutrimento delle cellule, della rimozione di tutti i prodotti di scarto e della regolazione del sistema ambientale cellulare. Nello stesso tempo viene coinvolta in qualsiasi infiammazione e processo di difesa. I processi d’invecchiamento, le malattie croniche degenerative, così come la cellulite, in tutte le sue diverse espressioni, iniziano da qui.
Per questo motivo la prima cura è la depurazione dei tessuti, garanzia di una buona funzionalità e armonia psicofisica, attraverso drenanti e diuretici, che eliminano i liquidi in eccesso, ma anche integratori detox ed alcalinizzanti. Risulta infatti particolarmente utile ed importante proprio l’assunzione concomitante di alcuni Sali minerali alcalini – calcio, magnesio, zinco – in grado di rendere “basico” il tessuto della Matrice Extracellulare qualora risulti eccessivamente acido.
Analizziamo, brevemente, cosa succede all’interno della Matrice Extracellulare e quali processi si attivano.
Ogni cellula necessita di energia per sopravvivere, crescere, differenziarsi e duplicarsi. Energia che ricava bruciando ossigeno a partire dal glucosio disponibile. Questo processo, a livello mitocondriale, genera naturalmente sostanze di scarto, in modo particolare CO2, anidride carbonica, che tenderà a depositarsi nella Matrice Extracellulare, ma anche una gran quantità di ioni idrogeno a carica positiva, che si disporranno ai margini della Matrice Extracellulare, ai confini con i tessuti vascolari. Per “neutralizzare” gli ioni di idrogeno (H+), che, se in eccesso, vanno a sbilanciare l’equilibrio omeostatico a scapito della funzionalità dei processi che interessano le cellule ed i tessuti nel loro insieme, la cellula tenderà quindi a variare il proprio bilancio idrico tra liquido extracellulare, che aumenterà, ed intracellulare, che diminuirà. Questo meccanismo determina stati di alterazione ed infiammazione dei tessuti, alcuni dei quali “visibili”, ad esempio la ritenzione idrica, che diventerà cellulite qualora nel liquido extracellulare siano presenti molte scorie difficili da eliminare. In queste situazioni, l’eccesso di H+ porterà ad uno sbilanciamento, a livello elettrolitico, e ad un’acidificazione della sostanza fondamentale della MEC, che diventerà meno fluida, riducendo pertanto alcune delle proprie funzionalità più importanti, come la capacità di drenaggio del sistema linfatico, l’interscambio capillare-venoso, la plasticità del sistema fasciale e la capacità di eliminare i metaboliti tossici. Inoltre, un malfunzionamento della MEC può rendere meno efficienti tutta una serie di scambi biochimici che avvengono, grazie alla Matrice Extracellulare, tra membrane cellulari di organi tra loro anche distanti, portando a patologie di vario genere; infatti, l’alterazione dell’equilibrio omeostatico fisiologico, determina praticamente l’insorgenza di quasi tutte le malattie croniche e degenerative. Se da un lato, grazie all’omeostasi e alle peculiarità funzionali della Matrice Extracellulare, sono possibili i fenomeni fisiologici di morfogenesi e angiogenesi, dall’altro laro quando la Matrice Extracellulare presenta delle disfunzionalità, che rendono difficile lo scambio delle informazioni, insorgono e si diffondono infiammazione, processi autoimmuni e tutti i fenomeni tissutali degenerativi, fino al cancro.
Ecco allora che mantenere una corretta omeostasi del sistema “Matrice Extracellulare/Ambiente Intracellulare” può aiutare a prevenire, secondo la Medicina Funzionale, anomalie nello sviluppo, nella vitalità e nell’efficienza funzionale delle cellule e, dunque, dei tessuti e degli organi.