Difese immunitarie I consigli dell'esperto

Ti sei vaccinato. E adesso?

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Scritto da R C

Dr. Eugenio Origa, Medico Ortopedico, Naturopata, Esperto in Medicina Funzionale

In Italia si vaccina, contro l’influenza, circa il 23,7% della popolazione (dati ISS per la stagione 2020/21) e quasi il 70%, al 30 settembre, risulta vaccinato con almeno una dose contro Sars Cov-2. Anche per chi è vaccinato, però, come spiega il Dr. Origa «È fondamentale rinforzare sempre e comunque le difese immunitarie endogene, perché i vaccini, ogni tipo di vaccino, non impediscono al soggetto vaccinato di poter essere contagiato dal virus, pur limitando le conseguenze gravi in caso di infezione. Inoltre, non dobbiamo dimenticare che, anche mentre si trova a fronteggiare l’impatto con il virus, il nostro corpo non va in stand-by, ma deve poter continuare a funzionare, gestendo in parallelo anche l’infezione in atto, e il sistema immunitario deve quindi essere pronto a reagire a prescindere».

Cosa fare, allora, per potenziare e rendere più efficienti le difese immunitarie, in modo da agire su più fronti, migliorando anche la risposta immunitaria in caso di attacco da parte di virus?

«Esistono due tipi di immunità». – spiega il Dr. Origa – «Quella innata “blocca” l’ospite indesiderato (virus o batterio che sia, e comunque tutto quanto risulti “estraneo” al nostro organismo), grazie all’attivazione dei macrofagi (fagociti). Nel frattempo, il sistema immunitario, entrando in contatto con l’agente estraneo, cerca di capire se l’ha già incontrato in precedenza e, se non l’ha fatto, reagisce producendo anticorpi specifici proprio contro quel tipo di virus (immunità specifica). Si tratta di un processo che impegna l’organismo su più fronti e richiede notevoli quantità di energia per attivare tutti i meccanismi di difesa. Energia che si produce grazie all’ossigeno immesso con la respirazione, e che innesca, come conseguenza, anche una produzione ingente di radicali liberi, sostanze di scarto di questo delicato meccanismo. I radicali liberi sono sostanze che l’organismo deve eliminare prontamente per evitare che intasino gli organi deputati allo smaltimento, in primis il fegato.

Ecco allora che per agevolare e sostenere il corretto funzionamento del nostro sistema immunitario, diventa importante fare attività fisica regolare e moderata, preferibilmente all’aria aperta, per stimolare la respirazione diaframmatica. In questo modo si riossigenano le cellule e si immettono nell’organismo le giuste quantità di ossigeno che servono per produrre adeguati livelli di energia che l’organismo utilizzerà per far funzionare al meglio non solo il sistema immunitario in risposta al virus, ma anche i nostri sistemi di smaltimento e detossificazione.

Si deve prediligere un’alimentazione ricca di frutta e verdura, in modo da fare il pieno di antiossidanti, sali minerali e vitamine utili a supportare ogni processo biologico (la Vitamina B9, ad esempio, aiuta la rigenerazione cellulare), ma al tempo stesso povera di carni rosse, insaccati e formaggi che “pesano” troppo sui sistemi di smaltimento delle scorie e richiedono un alto dispendio energetico per essere eliminati.

Le sostanze acide prodotte dalla sintesi di alimenti prevalentemente proteici o raffinati, infatti, mettono a dura prova fegato e reni e, se non interamente smaltiti da questi organi tampone, tendono ad accumularsi nelle ossa, favorendo l’insorgere di alcune patologie legate all’acidosi quali, ad esempio, l’osteoporosi o i dolori articolari.

Oltre ad agire sul fronte ENERGETICO, poi, sarà bene, per i motivi fin qui evidenziati, anche sostenere i sistemi detox dell’organismo grazie all’apporto di alcune sostanze specifiche. Il glutatione, ad esempio, essendo composto in buona parte da zolfo, ci aiuta ad espellere le sostanze tossiche, stimolando l’efficacia funzionale del fegato. Inoltre, sempre il glutatione, soprattutto se abbinato a cisteina, selenio e vitamina C, molecole antiossidanti, contribuisce a neutralizzare i radicali liberi (ROS) che, se in eccesso, aumentano i livelli di infiammazione rendendo meno efficiente la risposta immunitaria, da cui sono stati in parte generati, alimentando così un circolo vizioso che risulta poi difficile interrompere.

Anche la papaya fermentata, prodotta secondo il metodo brevettato in Giappone da Osato Research Institute, ha dimostrato di possedere buone qualità antiossidanti, andando a contrastare i radicali liberi, oltre che ottime capacità immunomodulanti, attivando direttamente i fagociti del sistema immunitario.

Per sostenere le difese endogene, una bustina al giorno di FPP® (Fermented Papaya Preparation), o anche 2, in caso ci si voglia vaccinare, può supportare la risposta immunitaria specifica ma anche contribuire al buon funzionamento dell’organismo.

Altri fitoestratti che possono supportare le difese immunitarie, che si trovano in integratori e nutraceutici, sono: la radice di Astragalo o il fungo Shiitake, quest’ultimo oggi molto apprezzato in ambito micoterapeutico, così come la vitamina D, che è in effetti un vero e proprio ormone, e di cui troviamo, non a caso, gli specifici recettori proprio sulle cellule immunitarie. Gli adulti dovrebbero assumerne almeno 2.000 unità per die ed i bambini almeno 600 unità, perché, soprattutto durante i mesi invernali in cui siamo meno esposti ai raggi solari, sono utili per sintetizzare questa importante vitamina nell’organismo.

Anche i prebiotici abbinati a probiotici sono utilissimi per rinforzare la risposta immunitaria, visto che gran parte delle difese immunitarie risiede proprio nell’intestino. I prebiotici, che sono lunghe catene di zuccheri (GOS, gluco-oligo-saccaridi), vanno a nutrire in modo corretto la flora batterica. I probiotici, invece, favoriscono un’adeguata produzione e il corretto bilanciamento nella composizione di quei lattobacilli e bifidobatteri che proliferano nell’intestino. Altre sostanze, come l’acido ialuronico e l’estratto mineralizzato dell’alga marina Lithothamnion, sostengono l’integrità della mucosa intestinale e quindi indirettamente anche le difese immunitarie».

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